SAN CARLO BORROMEO
(Arona, 2 ottobre 1538 – Milano, 3 novembre 1584)

Santificato il 4 novembre. Di famiglia aristocratica, Carlo Borromeo era figlio del conte di Arona Giliberto II e di Margherita de Medici di Marignano. Studiò Diritto canonico e civile all’Università di Pavia e quando lo zio materno, Giovanni Angelo Medici di Marignano, fu eletto papa con il nome di Pio IV, Carlo e il fratello si trasferirono a Roma per diventare suoi stretti collaboratori nell’amministrazione degli affari della Chiesa.

Grazie a Papa Pio IV, in appena un mese, Borromeo fu nominato protonotario apostolico, abate proprietario di 5 località e, ad appena 22 anni, fu eletto cardinale. In seguito fu nominato amministratore della diocesi di Milano dapprima, successivamente sacerdote e infine, all’età di 25 anni, vescovo. Nonostante gli innumerevoli incarichi ricevuti, continuò a vivere con umiltà, vendendo tutti i suoi beni e consegnando il ricavato ai più bisognosi. Svolse un ruolo rilevante nel Concilio di Trento dove fu stabilita l’ortodossia cattolica contro il protestantesimo. Come arcivescovo di Milano, svolse un ruolo importante per la creazione di orfanotrofi, ospizi e centri di riabilitazione; riformò seminari per la formazione di sacerdoti più ligi e giusti. Cercò di riformare i costumi e di rendere più devoti i milanesi, stabilendo persino regole di condotta che portarono alla separazione tra uomini e donne all’interno della chiesa. Fondò un totale di 740 scuole per l’insegnamento del catechismo e creò 6 seminari.

Scampò miracolosamente a vari attentati, che contribuirono ad accrescere la sua aura di santità. Nel 1576 scoppiò a Milano una spaventosa epidemia di peste e Borromeo, che si trovava fuori città, accorse rischiando la sua stessa vita: incurante della possibilità di contagio, soccorse gli ammalati, vendette i pochi oggetti che gli erano rimasti per procurare loro cibo, creò altri lazzaretti. Organizzò processioni, alle quali partecipò scalzo e con una corda al collo, implorando la fine dell’epidemia che finalmente giunse nel 1578. Per lo straordinario intervento del Santo, l’epidemia di pestilenza del 1576-1578 è conosce come Peste di San Carlo. Scampato alla peste, fu comunque indebolito in salute, e si ammalò di febbre di ritorno da una visita pastorale sul Lago Maggiore.

Morì il 3 novembre 1584 a Milano e il suo corpo fu deposto nella cripta del Duomo di Milano, dove ancora oggi riposa, in una cassa d’argento donata da Filippo IV di Spagna. Come riconoscere San Carlo Borromeo nell’arte?

I suoi attributi sono:

1) la veste da vescovo
2) il copricapo cardinalizio
3) il crocifisso
4) la corda al collo


Museo di Arte Sacra della Chiesa di San Francesco
Interpretazione della lettera autografa di San Carlo Borromeo

Il documento autografo, databile grazie alla frase undicesimo giorno prima delle calende di dicembre,
sembrerebbe risalire al 21 novembre 1580.

La lettera presenta numerosi riferimenti a documenti, firme e uffici che riflettono
l’importanza del contesto ecclesiastico e amministrativo in cui è stata redatta.


I PAGINA

Il documento riguarda una dichiarazione di rinuncia agli uffici ecclesiastici da parte
di Giovanni Battista Corneo, un probabile archivista o un funzionario ecclesiastico.

Si menziona Carlo Borromeo, una figura importante nella Chiesa milanese,
e si fa riferimento al riconoscimento della firma del futuro Santo.


III PAGINA

Questa pagina sembrerebbe menzionare un documento redatto o firmato
da Carlo Borromeo nel 1580, relativo alla cura della Chiesa di Milano.


IV PAGINA

Questa pagina presenta una rinuncia formale a un importante ufficio ecclesiastico,
forse quello di sommo penitenziere (ufficiale ecclesiastico legato al potere di concedere l’assoluzione)
per ragioni di coscienza e a causa della distanza dalla sede milanese.