Beato Gherardo Boccabadati
Gherardo Boccabadati Maletta nacque a Modena da una famiglia di nobile origine, tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo.
Il Beato è ricordato per essere stato un predicatore di Pace, «tra i più celebri del suo tempo» nonché «intimo amico», come riferisce Salimbene de Adam da Parma, e discepolo di San Francesco.
Boccabadati, infatti, è menzionato nell’Historia Satyrica di frate Paolino da Venezia a fianco dello stesso Santo nell’episodio della Predica agli uccelli.
Tra le numerose cronache che raccontano la vita del Beato quella di Frate Salimbene de Adam è considerata la fonte principale.
Salimbene fu un frate francescano che ebbe un ruolo di particolare rilievo nella vita del Beato: appoggiò dapprima la sua domanda di ammissione all’Ordine e successivamente lo seguì nei suoi numerosi viaggi.
Seguendo l’esempio di San Francesco, il Beato fu tra i primi francescani a portare il messaggio di Pace in quelle città in cui imperversavano le lotte tra fazioni, prime tra tutte quelle dei Guelfi e dei Ghibellini.
Tra le città in cui Il Beato predicò si ricordano Parma, Modena, Genova, Venezia e Ferrara.
Le cronache di Salimbene e di Frate Flaminio da Parma descrivono anche il modo in cui il Beato era solito predicare: si recava in una piazza e saliva su un palchetto portatile in legno; dopodiché il popolo lo ascoltava «rapito in estasi giocondissima».
I suoi interventi riguardavano soprattutto il riconoscimento e il consolidamento delle iniziative pacifiche da lui mediate, includendo la difesa dei privilegi e dei possedimenti del clero e degli istituti religiosi, l’inquisizione degli eretici, la protezione di orfani e vedove, la tutela della moralità.
Tra i numerosi episodi di predicazione del Beato si ricorda in particolare quello della città di Parma del 1233.
Salimbene, testimone diretto, riferisce come il Consiglio della città in seguito alle predicazioni del Beato investì quest’ultimo del potere di Podestà con ampio mandato per poter porre fine alle lotte tra i dissidenti e riformare gli statuti.
Anche nella sua città natale, dilaniata nel XIII secolo da discordie e da odii tra famiglie, Boccabadati riuscì comunque a portare la Pace e a operare conversioni.
È questo il caso di Giovanna degli Adelardi, nobildonna modenese che, in seguito ad una eloquente predicazione del Beato, divenne monaca di Secondo Ordine (delle Clarisse) e fondò il convento di Santa Chiara a Modena.
Sempre per effetto delle sue predicazioni, secondo il racconto di Bartolomeo da Pisa, Giacomo Michiel avrebbe donato ai francescani l’isola della Laguna di Venezia su cui sarebbe poi sorto il convento di San Francesco del Deserto.
Secondo alcune fonti il Beato avrebbe avuto anche numerose visioni.
Lo storico francescano Luca Vadingo riferisce della visione sulla prigionia del re di Francia Luigi IX ad opera dei saraceni che Il Beato avrebbe avuto durante una predicazione nella piazza di Costantinopoli nel 1250.
Un’altra mirabile visione del Beato, raccontata da Salimbene, riguarderebbe la malattia di un frate conosciuto come Giacomino: nell’infermeria dei Frati Predicatori della città di Bologna, frate Giacomino avrebbe avuto a sua volta una visione del Beato che lo rassicurava riguardo la sua imminente morte.
Nei suoi ultimi anni di vita, frate Gherardo fu chiamato nella città di Ferrara per portare tregua tra le fazioni in lotta sotto la tirannia dei Salinguerra, e qui si ammalò gravemente.
Dopo aver fatto ritorno a Modena, morì nella sua città natale intorno al dicembre del 1257.
Come riporta Salimbene, le sue spoglie furono inumate sotto l’Altare Maggiore della Chiesa di San Francesco di Modena, dove ancora oggi si trovano nonostante cinque traslazioni avvenute nel corso dei secoli (nel 1542, nel 1601, nel 1772, nel 1799 e nel 1926).
Molti prodigi gli furono attribuiti dopo la morte e presto la Chiesa lo annoverò tra i Beati e tra i Santi.
Non conosciamo con esattezza le date di beatificazione e di santificazione; tuttavia, sappiamo che Boccabadati nel 1335 era già annoverato come Santo grazie a un catalogo di Santi francescani dell’epoca.
Ogni anno, la terza domenica del mese di giugno, viene celebrata una Messa in suo ricordo.